giovedì 26 giugno 2008

LA FINESTRELLA PIU' FAMOSA DEL MONDO


di Ariel Marino

“A Marechiaro ce sta na fenesta:la passiona mia ce tuzzuléa...Nu garofano addora 'int'a na testa,passa ll'acqua pe' sotto e murmuléa”. Chissà quanto hanno contribuito queste note appassionate a rendere famosa nel mondo la finestrella, sicuramente hanno creato attorno a questi luoghi un meritato alone di leggenda. Marechiaro, Mergellina e Santa Lucia: tre angoli della Napoli “di mare, tanto nascosti quanto ricercati e caratteristici. Piccoli e deliziosi approdi naturali ai piedi della collina di Posillipo. Tutti da scoprire. Anche chi non c’è mai stato, sa perfettamente cos’è Marechiaro e ne conosce l’ incantesimo. È un “posto”, come dicono i partenopei, dove l’acqua si è preso lo sfizio di agitarsi, di rovesciarsi sugli scogli affioranti sulla sabbia nera del Vesuvio. Così, il semplice scialacquio si è trasformato in armonia. Come un suono d’orchestra. Marechiaro ha partorito l’omonima canzone sui versi di Salvatore Di Giacomo. “ Quando spunta la luna a Marechiaro, anche li pisci fanno l’ammore….”. si scende per gradini che sembrano finire nell’acqua e ti viene subito voglia di cantare di ripetere il celebre ritornello, la melodia struggente, ma anche tentatrice di quei versi. Qui si viene per amoreggiare, per chiarirsi dopo un litigio. Per dirsi addio o per scongiurare una separazione. Per rubare qualche minuto d’allegria al grigiore del lavoro. o alla monotonia della vita Non a caso Marechiaro è l’unico posto di Napoli dove davvero il mare lo puoi toccare. Ci puoi mettere i piedi dentro. Lo puoi annusare. Te lo puoi portare a casa. Marechiaro ha deciso di sposarsi con il Golfo, con i suoi colori, e il panorama. Si ammirano Capri e la costiera sorrentina. C’è il silenzio e c’è il mare. Non ci sono panchine, non ci si può sedere. Le barche dei pescatori, i vecchi gozzi sorrentini, non escono più con le reti. Servono a traghettare bagnanti e turisti attratti dai ristoranti, qualcuno scavato dentro la montagna. Si mangia bene a Marechiaro. D’estate con le tavole imbandite anche all’aperto, a strapiombo, i commensali ricevono il corteggiamento dei “posteggiatori” gli ultimi menestrelli partenopei che intonano con chitarra e mandolino. Marechiaro è un “monumento della natura” che ha tradotto la poesia e la musica napoletana in colori, odori e sapori. Per arrivarci dal centro bisogna inerpicarsi lungo Via Posillipo gioendo di vedute mozzafiato. La brezza marina fa giungere l’odore dei pini. Poco dopo Piazza Salvatore Di Giacomo si scende a precipizio per Via Marechiaro. A fare da sentinella, il campanile della chiesa di Santa Maria del Faro. Pochi metri e si prosegue solo a piedi. I gradini sono malmessi, poco illuminati. Ma l’emozione fa perdonare tutto. Si arriva quasi a pelo d’acqua per Calata del Ponticello a Marechiaro. Superato l’arco, appare finalmente “a finestrella”‘e Marechiaro “a finestrella” della canzone . sul davanzale, senza pretese e poco curato, un vaso con tre garofani rossi, sempre freschi di giornata. Sotto, sul muro scalcinato, un medaglione con il pentagramma, le note, la frase, le firme degli autori della canzone. La Finestrella guarda ad Occidente. E’ rivolta al tramonto e aspetta che spunti la luna, come prega il poeta. Qui i gatti sono ospiti fissi. E forse i più fortunati. Dal porto di Mergellina si parte per le isole del Golfo solo con aliscafi e battelli veloci. Dagli imbarcaderi si sognano vacanze da ricchi sui lussuosi Yacht. Ce ne sono ormeggiati a centinaia, in tutte le stagioni e per tutti i gusti. Coprono a mantello lo stretto specchio d’acqua. Resta il mistero su tanti numerosi proprietari. Il mare da qui è nascosto, non sfavilla. Lo sguardo, superate le prue, sbirciando tra gli alberi delle vele, corre all’orizzonte se l’aria è tersa, dietro la montagna di barche spunta la fortezza di Castel dell’Ovo, sovrastata dal cono del Vesuvio. L’acquarello di Mergellina. È qui che si passeggia la domenica e di sera. Sul lungomare si rinnovano riti e tradizioni, familiari e culinarie. Mergellina è un’altra delle tante e diverse città dentro la stessa Napoli. Un po’ rione, un po’ borgo marinaro, un po’ quartiere d’elite. Insomma di tutto un po’. Ritrovo per amanti del mare e per turisti a caccia di souvenir e buoni piatti da gustare. Mergellina parte sotto la collina di Posillipo e prosegue verso i grandi alberghi, lungo Via Caracciolo. C’è la stazione ferroviaria per treni rapidi, la metropolitana e la funicolare che porta al Vomero. I palazzi sono curati, i prezzi da capogiro. La grande strada litoranea separa i visitatori, per tasche e per gusti. Sul lato mare le bancarelle rimediate, con teli di plastica antivento : acquafrescati , paninari, venditori di taralli sugna - pepe - mandorle. Roba per turisti fai da te, studenti e famiglie numerose. Sul lato monte ci si può accomodare ai tavolini per le sfogliatelle e i babà. Gennaro da 53 anni vive e lavora sul largo marciapiede di Mergellina, di fronte a Palazzo Minozzi. Per tutti è “l’Ostricaro di Mergellina”. Vende frutti di mare ai napoletani nei giorni di festa, ai forestieri i souvenir: conchiglie con la scritta Napoli, piatti di ceramica con panorama. Pulcinella, Madonne incastonate nella madreperla. San Pio benedicente. Gennaro è devoto del santo e di Mergellina “è tutta la mia vita”. La sua è una bancarella da cartolina. A Mergellina si trovano di nuovo le cozze nostrane di Santa Lucia, ora che il mare è tornato pulito ci si ferma più volentieri Il giovedì santo si viene apposta qui per la zuppa di cozze: biscotto, lumache, polpo e olio rosso al peperoncino.” Una icastica descrizione di Marechiaro ci viene data da questi deliziosi versi di una canzone napoletana scritta nel lontano 1962 “E' na musica stu mare ca nisciunu professore 'ncopp''a carta pò stampá! Nu cuncierto senza fine ca si duje se vònno bene,nun se pònno cchiù scurdá!”. La canzone è Marechiaro Marechiaro ed era cantata dall’indimenticabile Roberto Murolo.

Nessun commento: