giovedì 26 giugno 2008

VILLE IMMERSE NEL VERDE ('800 Napoletano)


di Lello Santamaria

Nell’Ottocento Napoli era una città molto importante. Tra le preziose eredità di quel periodo, anche due rifulgenti dimore circondate da altrettanti splendidi parchi: le ville Pignatelli e Floridiana. Queste ville erano e sono talmente belle da essere diventate musei. Nel periodo a cavallo tra il XXVIII e il XIX secolo, La zona di Chiaia era la “zona bene” di Napoli, quella dove l’aristocrazia e l’alta borghesia costruivano le loro lussuose residenze. Villa Pignatelli è una tra le più belle ed è ancor più degna di nota perché è una delle poche che hanno mantenuto il parco – giardino sul mare. La moda dell’epoca esigeva rigorosamente l’architettura neoclassica. Pietro Valente, l’architetto che ricevette l’incarico nel 1826 da Ferdinando Acton, ministro del re Ferdinando IV, si attenne solo in parte a queste indicazioni, modificando continuamente il progetto. L’aspetto attuale riecheggia la villa pompeiana con l’atrio esterno del doppio porticato con colonne. Il tutto circondato dal giardino (quest’ultimo, però, in stile romantico) con i suoi sentieri tortuosi che portano al mare e tagliano aiuole dai contorni non ben definiti. Al centro, una semplicissima fontana di fronte alla facciata. La villa passò di mano più volte. Gli ultimi acquirenti, i principi Aragona Pignatelli Cortes, la donarono allo Stato italiano nel 1952. Oggi è un museo, con le decorazioni originali in stile “II Impero” e con una raccolta d’opere d’artisti napoletani tra il XVI e il XX secolo. Nel giardino c’è anche una collezione di carrozze. Spostandoci invece, sulla collina vomerese troviamo La splendida Villa Floridiana che deve il suo nome a Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, seconda moglie di re Ferdinando IV di Borbone. Tornato nel 1816 dall’esilio, il re incaricò l’architetto toscano Antonio Niccolini di sistemare la struttura originaria della villa sulla collina del Vomero. Ne uscì un assetto equilibrato, arricchito sul retro, di una spettacolare fuga con la scalinata marmorea che finisce in un belvedere affacciato sulla città, sul Golfo e con Capri sullo sfondo. Anche il parco all’inglese è un capolavoro. 
La villa, ospita il Museo di Arti Decorative Duca di Martina con la collezione d’oggetti d’arte applicata raccolta dal Duca di Martina Placido de Sangro e lasciata in eredità al nipote che alla sua morte nel 1911 volle donare l’intero “ museo di famiglia” ala città di Napoli. Spiccano le raccolte di porcellane, in particolare di tre grandi manifatture, quella sassone di Meissen, ma anche quella francese di Limoges, Sèvres e quelle orientali. 
Naturalmente non possono mancare le famosissime porcellane di Capodimonte e quelle antiche di Deruta, Gubbio e Faenza. Completano la ricchissima ed eterogenea collezione vetri, mobili, avori, tabacchiere, coralli ed altri oggetti.

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